Accesso posteriore con e senza robot

Accesso posteriore con e senza robot

La chirurgia al Rachide Lombosacrale rappresenta una chirurgia complessa ed è storicamente iniziata con approcci per via posteriore, in quanto nella parte posteriore della colonna vertebrale non sono presenti organi vitali.

Per accedere alle strutture contenute all’interno del Rachide – in particolare il Sacco Durale, Nervi e il Disco Intervertebrale – era necessario “demolire” una parte dell’arco posteriore della vertebra.

Negli anni la chirurgia si è evoluta spostando l’attenzione dal tratto posteriore al tratto laterale e anteriore. Inoltre, lo stesso approccio posteriore ha subito un importante sviluppo, elaborando tecniche sempre meno invasive.

Nell’ambito della mini-invasività è entrato recentemente l’utilizzo del Robot. Questo, unitamente allo sviluppo di mezzi e strumenti sempre più raffinati, ci consente oggi di “navigare” all’interno e attorno alla colonna vertebrale.

I Robot hanno avuto un’incredibile evoluzione negli ultimi anni.

È possibile citare il “Da Vinci”, che ha veramente rivoluzionato il concetto di chirurgia generale, urologica, prostatica ecc… Il “Da Vinci” può essere considerato come il prolungamento della mano del chirurgo, in grado di affinarne il gesto.

La robotica utilizzata per la Chirurgia Spinale, al contrario, non entra all’interno dell’organismo, ma rimane all’esterno. Il suo supporto consiste, quindi, nel fare in modo che gli strumenti che devono penetrare all’interno del corpo vertebrale siano posizionati in modo estremamente preciso. In sintesi, il braccio robotizzato permette di ottenere la massima precisione nell’esecuzione delle traiettorie senza mai penetrare all’interno del corpo umano.

Archivio